Si tratta del testamento n. 36 del mazzo n. 27, conservato presso l'Archivio di Stato di Verona. Il signor Venanzio (lett. Vinante), prossimo alla morte, fa testamento e dichiara di voler essere sepolto nel cimitero di Isola della Scala. Tra i vari beneficiari dei suoi beni, figura, al quinto capoverso, la chiesa di Santa Maria delle Case del Bosco, pertinenza di Isola della Scala. Tale appellativo alla chiesa fa sorgere dei dubbi sull'intitolazione della vecchia parrocchiale di Tarmassia, in altri documenti chiamata "di San Giorgio" (come la nuova).
TRASCRIZIONE: (omissis) Item reliquit et judicavit altari sancti Marie posito in ecclesia Sancti Marie de domibus boschi unam tovaleam, quinque brachieri, et unum aureum valoris unius ducati imperiali et hoc pro anima sua et suorum remissione peccatorum. (omissis)
TRADUZIONE: Inoltre, lasciò e assegnò all'altare di santa Maria posto nella chiesa di S.Maria di Cà del Bosco: una tovaglia, cinque bracieri e un gioiello d'oro del valore di un ducato e ciò per la salvezza dell'anima sua e la remissione dei peccati.
Fra i testimoni si rende conto di una "domina Vinanta" figlia di un certo Bartolomeo Tintore di Cà del Bosco, "pertinentiis Insulae Scalarum" nonchè moglie di un certo "Bovinetus" di Cà del Bosco.
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