Il pezzo, ripreso da una ricerca di Bruno Chiappa del 1984, fa riferimento alla pala dell’altare maggiore della chiesa di Fane che, sorprendentemente, risulta speculare a quella di Tarmassia. Le due tele furono, in effetti, eseguite dallo stesso pittore a breve distanza di tempo l’una dall’altra. Risulta, pertanto, valida l’ipotesi che l’Ugolini abbia utilizzato lo stesso disegno, rovesciato, per la pala di Tarmassia.
(omissis) Ma veniamo all’altar maggiore. Esso risulta in tutte le visite ornato di pala raffigurante S.Giorgio (il contitolare, S. Antonino, figura in una bella statua di tufo collocata sopra il portale maggiore). L’attuale tela con S. Giorgio che uccide il drago reca la data 1822 e la firma dell’Ugolini. Misura cm 297x188. Il Santo è raffigurato in apparato militare, con manto rosso, su un cavallo bianco ritto sui piedi posteriori e ornato di gualdrappa azzurra, ai suoi piedi si avviluppa il drago trafitto dalla lancia mentre in lontananza si scorge la piccola figura della principessa che fugge spaventata, sulla sinistra, in basso, si legge: August. Ugolini pinx. 1822. L’attenzione su tale dipinto, che sta alla base della presente ricerca, è stata sollecitata dal fatto che un dipinto speculare a quello di Fane avevamo trovato in occasione della schedatura operata per conto della Soprintendenza ai Beni artistici del Veneto, nella chiesa parrocchiale di Tarmassia, nel comune di Isola della Scala. Le due opere risultano fra loro simili, ma con disposizione della scena in senso inverso l’una rispetto all’altra. Le distingue la data di esecuzione, con lo scarto di un anno, risultando quello di Tarmassia del 1823. Si tratta di due dipinti inediti che, stando alle attuali conoscenze, vanno annoverati come gli ultimi eseguiti dall’artista, morto nel 1824 (12). In esse l’Ugolini non fa che riconfermare la sua fedeltà ai moduli pittorici settecenteschi e la sua posizione di artista che «chiude, a Verona, la vicenda pittorica barocca: all’insegna della dignità e del buon gusto». (13).
(Omissis) (12) Il S. Giorgio di Tarmassia viene attribuito dallo Zannandreis e dal Simeoni ai Meves equivocando con un Martirio di S.Giorgio che esisteva in epoca precedente come risulta dalle notizie del Parroco don Riolfi (1760) e dal Lanceni. L’errore è perpetuato anche in recenti pubblicazioni (13) P. Carpeggiani, Agostino Ugolini, in «Maestri della pittura veronese», a cura di P.P. Brugnoli, p. 416, Verona 1974.
Estratto da: «Annuario Storico della Valpolicella 1983-1984» di Bruno Chiappa, Centro di Documentazione per la Storia della Valpolicella , via Vaio, 6 - Fumane (Verona)
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