La Sagra dell’Addolorata piange… Si cominciò dal nome: la denominazione sembrava sconveniente, un vero e proprio ossimoro, e si scivolò su una discreta “Sagra di Settembre”. Poi entrò di mezzo la Fiera del Riso e furono guai. Un riso particolarmente amaro che sembrò molto confacente alla vecchia dizione della Sagra. Dapprima la Sagra dovette subire la concorrenza di una vicinissima riseria che negli stessi giorni svolgeva la sua festa privata con tanto di Palio-Risotti incorporato. Poi dovette abbandonare la sua secolare terza domenica di Settembre per non interferire con la grande kermesse risicola. Ora l’Ente Fiera preposto intende anticipare dal venerdì al martedì l’apertura dell’edizione 2004, esattamente il giorno succesivo al “sagrìn” della nostra Sagra, causando problemi organizzativi e di maggior costo agli oganizzatori della Sagra che partecipano anche alla Fiera. In aggiunta, un'altra nota riseria svolgerà durante le stesse serate le selezioni per il Palio Risotti. E tutto questo in barba al tanto invocato coordinamento tra le associazioni. Le ultime annate della Sagra dell’Addolorata erano parse buone, soprattutto grazie all’idea di allestire dei capannoni coperti. Ma la insostenibilità economica potrebbe dare maggior fiato a chi sostiene che la manifestazione sia da eliminare.
Su una campana del campanile s’invoca la Madonna Addolorata “a fulgore et tempestate” (contro i fulmini e la grandine): di questi tempi si dovrebbe invocare, mutatis mutandum, l’aiuto celeste “a risu et a risotto”.
Nella foto: i fuochi d'artificio della Sagra nel 2002
Nonostante tutto, anche quest'anno una soluzione si è trovata... con buona volontà e capacità di rinnovare. Sarà importante che nuove persone si mettano in gioco e diano il loro contributo in termini di tempo e disponibilità: in fondo, la sagra è un evento in cui ciascuno può riscoprire un aspetto interessante (religioso, comunitario, svago, tradizione) per sè e per gli altri.
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